La transumanza vista da vicino

L’ultimo appuntamento del mese da Galla è all’insegna della transumanza, di quel rapporto intimo che l’uomo condivideva con l’animale su e giù dalle montagne, verso pascoli verdi oppure verso climi più miti. Volete conoscere da vicino l’esperienza di Giancarlo Ferron, non resta che andare il libreria venerdì 30 gennaio alle ore 18, per conoscere il libro Uomini e bestie in cammino, edizioni Biblioteca dell’Immagine.

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Ritroviamo al Borsa

Il primo mese del nuovo anno comincia sotto il segno del jazz e quindi della buona musica. Giovedì 30 gennaio ore 21.30 il David King Trio salirà sul palco del locale più cool del centro. Il trio è composto da Bill Carrothers (piano), Billy Peterson (contrabbasso), David King (batteria). Il tradizionale repertorio della band è basato sul trattamento originale degli standards, in particolare King ha una certa fama che lo precede, molti lo ricordano come lo spericolato batterista dei Bad Plus.

Inizio concerto alle ore 21.30, ingresso 10 euro. Prenotazione consigliata e la potete effettuare ai seguenti numeri, tel 0444544583 oppure info@barborsa.com

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Una mente piena di pregiudizi

La mia mente è piena di pregiudizi culturali! Bisogna ammetterlo ed è bene che certa arte lo dica chiaramente!

In occasione della mostra Idola Mentis, in corso presso Cantiere Barche 14, che per l’occasione ha accolto moltissima gente e finalmente tanti giovani che si sono uniti alla ricerca, nelle opere d’arte, del loro limite! Che cavolo non solo io ne avrò!

iappena dentro ci accoglie una particolare istallazione con uno dei cibi dei quali sono più ghiotta e che maggiormente ingrassano del resto, le patatine fritte, appese tramite mollettine sui fili, l’istinto mi diceva MANGIA con l’acquolina in bocca alla Homer Simpson, ma i segni a penna o a matita mi hanno fatto desistere! Quante persone le hanno maneggiate? Ed ecco il primo pregiudizio servito non su un piatto d’argento ma su fili!

Attirata dalla moltissima gente che si trovava al piano superiore della galleria ecco si spiega il perchè, è in corso la performance musicale di Leonardo De Marchi, chitarrista dei Son Ensemble, forse non la concentrazione ideale per una musica che richiede silenzio! A questo punto non rimane che scoprire il resto degli artisti, tornando sui miei passi e scendendere dall’altra scaletta, ed ecco che si incontra Roberta Feoli con l’opera La habitaciòn de Berta, portandoci in Messico. Pareti ricreate con la colorazione bicolore che ricorda le pareti di casa mia, in una parete senza respiro in cui ricordi di famiglia si mescolano a disegni di un’inquietante personaggio, l’imperatore azteco adesso citato per la maledizione che colpisce l’intestino e sempre per pregiudizi culturali, fermo lì. Ma posso dire che l’argomento mi ha stimolato, nessun tipo di commenti, sull’origine ed ecco che il fantastico mondo del web viene nuovamente in mio aiuto. Il primo a sperimentare questo disturbo è stato da quando Hernàn Cortèz nel 1519, una volta sbarcato si trova davanti la popolazione Azteca, i quali aveva un apparato governativo strutturato. Gli spagnoli si unirono alle altre tribù locali stanche dello strapotere del popolo Azteco, lo stesso Cortés fu creduto da Montezuma il dio Quetzalcoalt. Così gli spagnoli furono accolti con oro e grandi onori e così Montezuma dichiara la sua fedeltà al re spagnolo. Ma il patto stabilito da Cortés con il popolo azteco venne meno quando dopo l’assenza del comandante giusto, l’altro comandante pedro de Alvarado, compie il massacro del grande tempio. Molti nobili aztechi furono fatti uccisi e l’imperatore prima fatto prigioniero e poi ucciso con una bevanda a base di oro fuso.  A questo avvenimento seguì la conquista vera e propria e l’accaparramento di tutto l’oro ma non andò tutto liscio (è proprio il caso di dirlo), seguirono molti eventi funesti in cui i problemi intestinali si trasformavano in febbri violente e causavano a volte il decesso. Un tipo di infezione che è sopravvissuta a secoli mantenendo il nome di quell’episodio..

Tornando alla mostra, la produzione di Roberta Feoli si caratterizza per l’uso della grafica che utilizza per realizzare disegni in cui le anime degli aztechi trucidati trovano spazio come se fossero della famiglia, inframezzati troviamo collane, immagini votive e vere foto di famiglia che se da un lato possono essere ricordi piacevoli, con questa nuova sistemazione cambia tutto il significato.

La fotografa Giulia Bersani ci pone davanti immagini che non possiedono nessun titolo e così aprono la nostra mente alle più svariate considerazioni. La quotidianità è catturata dalla fotografia con la poetica della fotografa, la mia preferita è l‘Untitled # x…so solo che il soggetto maschile è all’interno di un vagone solitario. Il tipo dei sedili mi fa ritornare alla mente la piccola linea ferroviara che correva nei piccoli paesi della Piana di Gioia Tauro, la calabro-lucana che specie nei suoi ultimi anni di attività era un aggeggio su rotaie semi distrutto da molteplici fattori, non ultimo la mancanza di rispetto di coloro che l’hanno utilizzata per anni.

Altro artista altro mio sconcerto! Francesco Pio Chierici che si pone allo sguardo con una provocazione non da poco, a casa mia si diceva Scherza con i fanti ma lascia stare i Santi! Propone al pubblico die opere San Pio da Vicenza, quindi con un’operazione di fotoritocco cambia volto ad uno dei santi più amati di sempre, Padre Pio, utilizzando l’immagine più nota. Di fianco invece troviamo i Crani gioiosi, simpatici e sorridenti crani per l’appunto, che sono stati variamente colorati. A me hanno ricordato delle gomme da cancellare che tempo fa vendevamo al bookshop del museo e che avevano assoluto successo sui bambini! Io mi divertivo a simulare LA SCENA di Amleto! Ma i crani gioiosi o meno hanno oltrepassato quella fase di disgusto e di paura che una volta c’era. La moda ma ancora prima i cartoni animati come la famosa Skeleton Dance hanno reso le ossa anche divertenti, o forse perchè da piccola frequentavo una casa in cui in bella mostra un teschio vero mi guardava intontito da uno scaffale???

Comunque sia mi avvicino alla saletta, nascosta e protetta in cui trviamo l’istallazione di Christian Palazzo intitolata La percezione contagia il pensiero – Sinottica, opera composta da laser, vetro, specchio e legno, ma prima di addentrarmi la cosa che mi colpisce è un’altra cartellino con le raccomandazione seguente ATTENZIONE!!! I puntatori laser utilizzano una sorgente luminosa a laser verde che possono essere potenzialmente pericolosi per gli occhi – Non guardare mai direttamente la sorgente luminosa. – Non guardare direttamente il fascio di luce da distanza ravvicinata o prolungata, da me si dirette chi si guardai si sarvau… pertanto entro ma troppo piena di pre giudizi creati dalla scritta preferisco uscire e viaggiare per altri lidi, già ho i miei problemi.

Dopo momento chiacchiere e aspettando un po’ di calma, posso osservare finalmente gli ultimi lavori. Nella sala principale le suggestive tele di  Maurizio L’Altrella, l’olio risplende in tutta la sua bellezza, e le presenze sulla tela si fanno liquide e come tracce di qualcosa che c’era ma adesso non più, come se fosse una traccia di energia. In I’m here la coscienza si identifica in quella di un gatto, ripreso nel momento in cui sembra distratto ma invece apre le orecchie per carpire i suoni, le altre presenze ci avvicinano all’idea di sacrificio, del resto l’animale, l’agnello sacrificale siamo noi stessi. Tac! Altro concetto creato dalla tradizione e da quello che ci hanno trasmesso. Mi allontano con la sensazione di essermi già imbattuta in lui…

Alla fine mi accosto alle fotografie di Massimiliano Boschini, fotografo di posti abbandonati, e vediamo come la natura si riappropria di spazi tolti dall’uomo che evidentemente non aveva creato niente di eterno, se nel giro di qualche anno l’asfalto lascia il posto all’erba e alle ortiche, ma dove saranno questi posti isolati, vicino a noi, possibile che non ci accorgiamo di tanta bruttezza, al sud? Altro pregiudizio, magari a pochi passi da casa nostra, ma del resto è il mondo casa nostra e dovremmo renderlo bello e armonioso.

Testati i miei pregiudizi e le mie chiusure, quasi mi vergogno di me, ma siamo fatti, oltre che di carne e sangue anche di quello che abbiamo vissuto e conosciuto, attraverso l’esperienza diretta ma anche attraverso quella indiretta e quindi me li impacchetto e li porto via!

La mostra è aperta fino al 9 febbraio, testate anche voi i vostri limite e le vostre libertà.

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Roberta Feoli
Roberta Feoli
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Roberta Feoli
Roberta Feoli
Roberta Feoli
Giulia Bersani
Giulia Bersani
Giulia Bersani
Giulia Bersani
San Pio da Vicenza
San Pio da Vicenza
Crani giocosi
Crani giocosi
Maurizio L'Altrella
Maurizio L’Altrella
Maurizio L'Altrella
Maurizio L’Altrella
Massimiliano Boschini
Massimiliano Boschini

In costante tempesta

Sabato il Teatro Astra è stato preso d’assalto, come del resto la settimana precedente, per assistere allo spettacolo MOTUS nella tempesta. Un vero fiume di gente che è arrivata con la sua coperta che servirà per lo spettacolo ma poi sarà la casa di gente che non può fare altro che vivere all’aperto, consegnate al Gruppo Condivisione di Strada della Caritas Diocesana Vicentina!

I MOTUS, per parlare delle varie tempeste che imperversano nel mondo moderno hanno trovato la voce nella compagnia riminese di ricerca che utilizza appunto tanti e vari sconvolgimenti. Del resto ognuno di noi è interessato da una tempesta, come quella che attraverso io in questo momento e come direbbe la mia amica Fabiola, quando sono io in tempesta i miei occhi riflettono questo stato e volete sapere qual’è poi il risultato? Mi diventa, si in particolare uno, rosso fuoco!

nella tempesta è caratterizzato da un testo molto complesso e ammaliante, fatto di suggestioni diverse e seguirli alle volte non è stato facile. Se da un lato la base è costituita dal testo di Shakespeare in cui si narra la vicenda di Prospero, la figlia Miranda, Calibano il servo deforme e selvaggio, Ariel lo spirito dell’aria e Power che incarna la magia e l’illusione. Tutti condotti dall’attrice Silvia Calderoni che spicca con la sua fisicità e la sua energia sulla scena. Ma quali sono i temi che si impongono? La tempesta non è solo metaforica ma è anche una condizione di meteorologica che le persone che decidono di intraprendere il viaggio della speranza, conoscono fin troppo bene, il mare non aspetta, decide di scegliere lui i tempi e chi prendere con se. La tempesta è anche sociale, se pensiamo alla situazione degli alloggi e delle difficili condizioni che oggi migliaia di famiglie devono affrontare e diventare loro malgrado abusivi. Le coperte colorate, monocrome, a scacchi, con le rose, maculate diventano gli strumenti scenici, che permettono ad esempio di simulare,  il movimento del vento che si fa violento durante la tempesta, diventare una roccia dove si aspettano gli ordini del mago, oppure possono diventare il lungo mantello di un grande re! Ma la coperta è anche la coperta di Linus, quell’oggetto che valutiamo come strumento di protezione, dalla pioggia e dal freddo, la coperta che ci fa rivivere i ricordi della nostra infanzia, la mia ha Lilli del cartone Disney. Ma può diventare anche un oggetto irritante se siamo costretti a stare sotto le coperte.

Ancora e ancora tempesta emozionale e disagio fisico, l’abitudine alla luce rende particolarmente irritante quelle lampeggianti, il grande occhio che ci acceca con l’abbagliante verità, la pila che gli attori maneggiano per puntare la sua luce cruda sul pubblico e naturalmente le tempeste personali che a volte non riusciamo a controllare e ci travolgono, proprio come un’onda. Lo spettacolo è sorprendente per farci vedere un teatro fuori dal teatro che è vita vera e dura e dove le debolezze degli attori sono visibili. Quando il teatro con tanto di ramo in mano, si aggirano per la città, cosa succede poi?

Alla fine ci portiamo dietro tutta una serie di domande, comuni riflessioni sul nostro Paese, su noi stessi e sulle scelte personali. Anche se può essere pericoloso dobbiamo a volte metterci in mare e aspettarci la tempesta, solo se saremo in grado di passarla allora forse potremmo vivere il resto della vita che abbiamo davanti.

Al termine, consuete chiacchiere con attori e registi, ma questa volta sul palcoscenico, con qualche riluttanza da parte di molto pubblico e anche mia! Che emozione solo camminarci e vedere di fronte tutte quelle sedie rosse! Ma in teatro si chiudono le luci per non rischiare di emozionarsi alla vista della gente?? Comunque in posizione comoda e defilata (proprio dietro ai registi) sentivo e partecipavo in maniera silenziosa al dibattito, cercando di chiarire in me quello che ancora, dopo due giorni mi sta facendo riflettere.

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Residenza presso il Teatro Comunale

La ricca offerta teatrale si apre anche alla danza, come non ricordare del resto il ricco calendario di eventi previsto per la rassegna Luoghi del Contemporaneo.

Ma venerdì 31 gennaio ore 19, presso il Teatro Comunale Città di Vicenza, possiamo scoprire la residenza artistica che vede protagonisti con il progetto V O R Tiziana Bolfe e Matteo Maffesanti. Con l’ideazione e i performerTiziana Bolfe Briaschi e Matteo Maffesanti. Musica originale di Davide Pachera, in scena vedremo Tiziana Bolfe Briaschi, Matteo Maffesanti, Davide Pachera, con i costumi di Francesco Basso, lighting design di Jeroen De Boer e supporto artistico di Nicole Seiler.

Lo spettacolo è realizzato con il sostegno di 2013 CSC Centro per la scena contemporanea di Bassano del Grappa – Associazione Culturale Artedanza Thiene – Teatro Nucleo Ferrara 2014 – Teatro Comunale di Vicenza.

V O R è l’acronimo di Very High Frequency Omnidirectional Radio Range, ovvero la posizione istantanea di un punto in moto nek tempo ed è attualmente utilizzato nel linguaggio di orientamento di chi viaggia nelle aerovie.

L’ingresso è libero ma con prenotazione obbligatoria, si può effettuare o chiamando la biglietteria del Teatro Comunale, attraverso il sito e la biglietteria on-line, augurandovi di essere più fortunati di me!

Ecco il link veloce…clic!

teatro comunale vicenza

Alziamo il sipario 27 gennaio – 2 febbraio

In questa settimana due nuovi appuntamenti!

Teatro

Il primo appuntameno è a Valdagno con il Teatro Super, previsto per Martedì 28 gennaio alle ore 21, Cuore di terra – memoria per i sette fratelli cervi di Bernardino Bonzani, Monica Marini, Davide Bizzarri al violino, Claudia Catellani al piano e Giovanni Cavazzoli al contrabbasso. La scena è ambientata in un’aia di una corte contadina, sotto una barchessa o in una stalla si svolge il cammino di una famiglia emiliana, loro per tutte, compiono un cammino di emancipazione che inizia sul finire dell’800.

Per info valdagno@cinemotion.in e abbonamenti e biglietti presso la Libreria Buonastampa (Corso Italia 17). Biglietti dai 19 ai 15 euro.

Il 1 febbraio invece al Teatro Spazio Bixio, alle ore 21 Emulsione a teatro, performance interattiva sinestetica con il pubblico, danza – musica dal vivo – teatro – tecnologia. Di Enzo Sartori con Theama Teatro, scenografia informatica di Michele Scaciga. Si parte dal Teatro Olimpico per arrivare ad indagare lo spazio teatrale inteso come tempo necessario all’uomo per ritrovarsi. la voce si fonde con brani creati appositamente per quest’opera. La scenografia, attraverso programmi tridimensionali, viene proiettata come un videogame.

Intero 10 ridotto 8 info@theama.it 0444 322525 dal lun al ven dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 18; 3457342025, dalle 10 alle 18.

Cinema alla Retsina

Non vorrei che con il nome di tutte queste specialità vi illudiate che al termine delle proiezioni ci sia cibo greco!!!!

In realtà è solo un pretesto per parlarvi della rassegna dedicata al cinema greco, il primo appuntamento è passato, quindi eccovi il secondo:

Lunedì 27 gennaio alle ore 19.30 andrà sugli schermi Z – L’orgia del potere di Kostas Gàvras del 1969, vincitore come Miglior Film Straniero e del Premio della Giuria al Festival di Cannes. Con una bellissima Irene Papas.

Ambientato in un non meglio specificato Paese Mediterraneo, fantasticamente retto da una monarchia ma comandato in realtà da militari, ha come protagonista un giovane magistrato che indaga sull’omicidio di un deputato pacifista. Scoprendo che dietro c’è la polizia.

L’inizio dello spettacolo è alle 19.30 in lingua italiana e con Enzo Pancera, critico cinematografico de Il Giornale di Vicenza.

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Il cuore come nuova forma geometrica

Ancora un occasione per non dimenticare! Proprio oggi alle ore 15.30 in Via Riviera Berica 123.

Un’istallazione site – specific, interattiva e sensoriale che ci invita a usare e far pulsare il cuore                  1933 – 1945 Quando i cuori diventano triangoli

di Luca C Matteazzi, sarà possibile visitarla fino al 2 febbraio dalle ore 10 e fino al tramonto, ingresso è libero ma è gradita una candela bianca.

Inaugurazione oggi alle ore 15.30. Fate pulsare il vostro cuore per non dimenticare

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Idola Mentis: No Title Gallery

L’Associazione Culturale No Title Gallery, arriva a Vicenza!

Lo scopo dell’Associazione è quella di lavorare con giovani artisti e non, per creare esposizioni ed eventi su tutto il territorio nazionale e internazionale.

Durante il mio esilio veneziano (durato tre giorni), ho avuto l’occasione di vedere uno delle loro mostre, vicinissimi al Teatro La Fenice!

A Vicenza il 26 gennaio arrivano e sbarcano in Cantiere Barche 14, con la mostra curata da Silvia Bignetti dal titolo Idola Mentis: mostra d’arte contemporanea. Un evento multi-mediale che coinvolgerà il pubblico che verdrà l’esposizione, in programma fino al 9 febbraio 2014.

L’intento è quello di abbattere gli Idola Mentis, ovvero i pregiudizi che la nostra mente ha, per ragioni socio-culturali la gente ha! Gli artisti scelti per questa mostra sono Giulia Bersani, Massimiliano Boschini, Pio Francesco Chierici, Roberta Feoli, Maurizio L’Altrella, e Christian Palazzo.

Inaugurazione ore 18, con la musica di Leonardo De Marchi e i Son Ensemble

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Saul Costa va in soffitta

Una nuova mostra ci attende a Quinto Vicentino, sabato 25 gennaio, si inaugura oresso la Soffitta di Villa Thiene, ovvero la sede comunale della cittadina,  si inaugura la mostra di Saul Costa, dal titolo Ororiente – bluoccidente.

Alle ore 18 ci sarà la presentazione a cura della curatrice la critica Maria Lucia Ferraguti.

Durante la mostra ci sarà anche un altro incontro di cui vi darà notizia a tempo debito.

La mostra sarà aperta fino al 9 febbraio 2014, con i seguenti orari: da lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 12.45 e i pomeriggi di lunedì e giovedì dalle 16 alle 19, mentre sabato e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19.

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