Ma tu come resisti vita … a Dueville

La donna è al centro delle manifestazioni che l’associazione Dedalo Furioso organizza a Dueville in occasione dell’8 marzo! Festa delle donne ma che non si deve esaurire in un unico giorno!

Questa sera alle ore 21 appuntamento a ingresso libero con un’autrice tutta vicentina Mariapia Veladiano che presenta il suo ultimo romanzo Ma tu come resisti vita, libri che fanno parlare le coscienze e ad entrarci nell’anima! Spesso troppo forti da affrontare!

Appuntamento presso il Cinema Teatro Busnelli ( via Dante 30 a Dueville).

La serata sarà presentata da Marilena Canale e con le letture di Martina Pittarello

Gusto al Cracco

Il primo appuntamento del mese di Marzo, per le librerie Galla, sarà all’insegna del gusto e della buona cucina, con uno chef che è partito da Altavilla Vicentina ed è diventato famoso e desiderato chef con tanto di ristoranti e programmi di cucina!

Carlo Cracco Sabato 1 marzo alle pre 16  presenta il suo nuovo libro intitolato A qualcuno piace Cracco, sarà introdotto da Antonio Di Lorenzo. Per lui lo spazio del centro congressi di Confartigianato (via Fermi 134).

galla

In guerra e in pace

Sabato 1 marzo alle ore 20.30 appuntamento al Polo B55, ci invita il Collettivo La Qasba, ci invita alla collettiva Guerra e Pace. La mostra è organizzata grazie al Patrocinio del Comune di Vicenza ee la collaborazione di ViLab. Tanti gli artisti in mostra ecco l’elenco!

  • Alessio Guarda
  • BCS
  • Carlo Zulian
  • Chiara Bugatti
  • Daniel Rossi
  • Elia Toniolo
  • Gabriele Salvo
  • Giacomo Modolo
  • Gianluca Rossito
  • Giulio Federico
  • Jacopo Pagin
  • Leonardo Marenghi
  • Lisa Stefani
  • Lucia Apolloni
  • Mattia Bertolo
  • Nicolò Gemieri
  • Paolo Pavan
  • Pier Giacomo Galluppo
  • Piero Barbieri
  • Riccardo Ceccato
  • Roberta Penzo
  • Stefano Bullo
  • Thomas Tosato.

La mostra rimane aperta fino al 15 marzo dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 19, martedì e venerdì dalle 19 alle 23

collettivo la quasba

Silvio Cavedon Opera!

La città di Schio si prepara a celebrare un suo illustre cittadino. Il pittore Silvio Cavedon al quale dal 1 marzo e fino al 27 aprile viene dedicata una mostra a cura del Comune.

L’inaugurazione prevista per sabato 1 marzo alle ore 18 si intitola Opera e nella serata interverranno il sindaco Luigi Dalla Via; Francesca Bottacin dell’Università di Urbino “Carlo Bo”; Giovanni Borrato dell’Università degli Studi di Padova. Commento musicale di La Settima Corda – Ensemble chitarristico giovanile guidati dal direttore Pierantonio Franchetti. Per info 0445 691392. Visite guidate su richiesta  al numero 0445 432765.

Orari: mercoledì 10-12.30; venerdì 15-18; sabato e domenica 10-12.30 e 15-18

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La crisi riscrive la grammatica

Sabato 1 marzo alle ore 21, Spazio Nadir ci propone un nuovo evento, presentazione di libro più concerto per riscrivere un nuovo alfabeto.

L’autore se pensa ai fantastici anni ruggenti, ma anche noi, si pensa allo scintillio di un’epoca che sembrava non conoscere la crisi ma proprio al termine di quel decennio, una profonda crisi economica ha paralizzato il mondo, poi sono arrivati altri personaggi… Adesso io ritengo che la parola crisi sia usata più di quanto sia necessaria, diventando un pretesto per lavorare meno, pee sfruttare le risorse.

Un nuovo alfabeto mi pare necessario, quindi l’autore presenterà L’alfabeto della crisi una presentazione che è anche spettacolo, un concerto. Voce recitante di Enzo Longo, Sonorizzazioni di Andrea De Domenico e Paolo Belleri.

Ingresso con tessera ARTuro e doveroso contributo eno gastronomico.

spazionadir

 

Noche de Tango, la fotografía y los alimentos # 2

Secondo appuntamento con il Tango argentino e i sapori del Sud America!

Sabato 1 marzo nuovo appuntamento con Nocturna Tango, alle ore 18.30 e fino a Mezzanotte, con una serata appassionata tra danza, cibo e… tutto quello volete metterci!

La milonga sarà a cura del Tdj Pierpaolo Berlen

Mostra fografica con la fotografa Giulia Pesarin e il MaOri Tango project, e naturalmente un bel piatto di enpanadas y platos argentinos.

L’incontro prevede un contributo d’entrata di 5 euro, presso il Centro Sociale Bocciodromo di Via Rossi 198 a Vicenza

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A vele spiegate per affrontare Venti Contrari

Arte giapponese incontra arte italiana, vi segnalo pertanto un’interessante mostra itinerante che coniuga la trazione italiana della grafica d’autore all’innovazione della grafica d’arte giapponese.

Venti contrari come il vento che di tanto in tanto ci remano contro, ma sono venti anche nel senso numerico, il numero degli artisti coinvolti in questa mostra! La prima tappa, di un totale di tre, sarà a Valdagno presso la Galleria Civica Villa Valle da sabato 1 marzo e fino al 16 marzo 2014. L’inaugurazione è prevista per sabato 1 marzo alle ore 18. Sarà aperta con i seguenti orari: dal martedì al sabato dalle 16 alle 19 e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19. Chiuso il lunedì.

Esporranno i seguenti artisti: Debora Antonello. Emilio Baracco, Gino Di Pieri, Paolo Miatto, Raffaele Minotto, Bonizza Modolo, Elena Molena, Nicola Selene, Andrea Serafini, Marina Ziggiotti, Mano Aki, Toshimi Kitano, Dai Kobayashi, Yurie Mamiya, Hiroaki Miyayama, Miyuki Okawa, Mariko Ota, Masaharu Seki, Yoshie Uchido, Sanae Yamamoto.

La mostra è a cura di Debora Antonello e Carla Chiara Frigo

venti contrari

Somewhere…sometime

Il mese di febbraio si chiude da Galla Caffè Primo Piano con la mostra di Christian Hougaerts dal titolo Somewhere, sometine.

L’appuntamento con questo artista è per mercoledì 26 febbraio alle ore 18.30

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Il passato rimane sulla carta

Nuova visita a Palazzo Barbaran Da Porto in arte il Palladio Museum, questa volta in occasione della cospicua donazione di Alberto Caldana al CISA, che raccoglie circa quattrocento pezzi, con carte e mappe che arrivano a coprire un lasso temporale fino al 2000.

Il museo ormai l’ho descritto parecchie volte, apprezzando la sua caratteristica interattiva, rendendo visionario e suggestiva  una disciplina come l’architettura che rischia di rimanere, per profani come me, fossilizzata e statica come pesanti fondamenta. Una mostra che ha visto l’aprirsi di nuove sale pronte ad ospitare a rotazione tutto questo materiale. Del resto questa acquisizione rende visibile che anche se conoscessimo perfettamente Roma, non riusciremmo a cogliere nella sua completezza, con la mostra Mamma Roma. Con Pasolini e Piranesi.

Per questo ci aiuta la cartografia! La raccolta Caldana infatti propone mappe e rilievi, una tecnica importante per misurare le dimensioni delle nostre città, adesso per farcene un’idea basta andare su Google che dall’alto riprende i cambiamenti urbanistici. E quando questi mezzi non c’erano? La cartografia ci veniva in aiuto come quel ramo delle scienze geografiche che si interessa del territorio ed esiste da quando l’uomo ebbe la necessità di spostarci e perciò conoscere il territorio in cui viveva, così da avere proficui rapporti commerciali e si pensa abbia origine dal periodo babilonese anche se per l’utilizzo di mezzi scientifici bisogna aspettare la civiltà greca.

Via via che le epoche passano, arrivano anche le migliorie scientifiche e rappresentative e proprio attraverso questi documenti scopriamo in particolare Roma, la città eterna che ha veramente attirato l’interesse di numerosi studiosi, tra architetti, ingegnere, archeologi nonché incisori che hanno analizzato le stratificazioni e le nuove costruzioni, naturalmente anche il padrone di casa, Palladio non poteva prescindere dalla conoscenza delle antichità romane.

Il nostro Grand Tour parte dalla mappa di Luigi Canina, architetto, studioso e archeologo che nel 1856 realizza un grande foglio con La rappresentazione della campagna romana, affascinante in quanto pone non solo come rappresentazione del territorio ma proprio valevole come foglio di lavoro, ricco di appunti e note. La prima stampa della mappa risale al 1838, la seconda, quindi quella in mostra, differisce dalla prima per l’inserimento degli acquedotti.

Paul Acler, incisore, nella Parigi del 1897 realizza la litografia con una grande veduta di Roma antica. Torna parecchio indietro, nella Roma dell’Anno Domini 337 riprendendo i passi di Pirro Ligorio nel 1561. Un’intreccio di edifici dell’epoca della Repubblica che convivono con edifici di epoca imperiale e con le prime chiese cristiane.

Nella stessa sala ritorna Luigi Canina il quale nel 1830 realizza la Pianta topografica di Roma antica, collocando le planimetrie dei monumenti antichi sopra il tessuto dei monumenti moderni e utilizzando come base la mappa settecentesca creata da Nolli. La complessità visiva non si limita a questo, infatti attorno alla mappa sono collocati 157 frammenti della Pianta Severiana risalente all’epoca dell’Imperatore Settimio Severo e scoperta nel 1562.

Con questo incisore e cartografista la nostra bussola temporale torna indietro di parecchio, conosciamo così Pirro Ligorio, intellettuale, pittore, che nel 1540 si avvicina alle ricerche archeologiche. Per la realizzazione delle sue mappe ricorre agli elementi architettonici visibili delle città antiche, ma arricchendola di numerose altre fonti e informazioni: descrizioni di fonti latine o greche, le architetture raffigurate sulle monete, immagini fuse su piombo, bronzo, pietra e terracotta. Punta infatti a ricostruire l’intero tessuto urbano comprendente giardini e altri spazi generalmente ignorati. Il suo fare cinquecentesco si vede anche nella tecnica utilizzata, ovvero la prospettiva assonometria schiacciata, immedesimandosi nella Roma dell’antichità.

Arriviamo così ad uno dei protagonisti della mostra, Giovanni Battista Piranesi, originario di Mogliano, compie nella vicina Venezia la sua formazione architettonica e ingegneristica. Ma sarà solo con il trasferimento a Roma nel 1740, che avrà modo di sperimentare pienamente le sue potenzialità come incisore e architetto. Nella maturità si espresse pienamente con l’acquaforte e con i complessi affetti prospettici e chiaroscurali. Risalente al 1762 vediamo La scenografia Campi Martii. Nella sua visione ci sono molteplici aspetti che si intrecciano: archeologia, mito e invenzione prendono come punto focale un preciso luogo della città il Campo Marzio descritto nella Geografia di Strabone, il quale ricorda le magnifiche architetture: strutture per lo sport, teatri, templi, basiliche e mausolei. Sulla base storica e materiale Piranesi unisce la sua visione puramente di fantasia.

Con l’ultima mappa presente in questa sala, facciamo un ulteriore passo in avanti, con Rodolfo Lanciani, archeologo che seguì per molti anni gli scavi di Roma. Dal 1893 al 1901 lavora alla realizzazione della Forma Urbis Romae, un lavoro immane comprendente 46 fogli in cui tutta l’esperienza sul campo fu fondamentale. 26 anni per avviare la pubblicazione e altri 8 per completare l’opera. Le linee rosse rappresentano la città moderna, in blu le nuove opere Piano Regolatore aggiornate fino al 1892 e in nero gli edifici di cui rimangono i resti, mentre in azzurro i corsi d’acqua e gli acquedotti. Lanciani si servì dell’opera per sostenere una vera e propria battaglia contro il degrado e difendere il patrimonio archeologico.

Chiudo la rassegna di questa prima sala con un’altra mappa, quella della Roma di Pasolini. Sono segnate le abitazioni dell’intellettuale, i luoghi d’incontro della Bella Roma, l’ambientazione dei suoi romanzi e naturalmente quello dei suoi film. Nello schermo si alternano spezzoni di due importanti film Mamma Roma e La Ricotta, il primo girato nel 1962 e l’altro nel 1963. Frammenti di film che ripropongono le borgate in cui sono inglobati i frammenti di acquedotti, svuotati di qualsiasi valore, forse quasi un ostacolo, negli anni del boom economico, dell’avanzare della città con i suoi nuovi quartieri. Nella Ricotto, ricordo film ad espisodi, troviamo Orson Welles che recita i versi dello stesso Pasolini infatti attraverso la poesia esprime il suo senso di estraneità ad un futuro di cui già negative sembrano le premesse!

Dopo aver passato la seconda saletta ecco in una sala che raccoglie, tra le teche e i materiali appesi alle pareti, materiali e mappe di pregio. Il materiale è molto ricco e vario e va dal 1500 almeno fino appunto ai nostri giorni. In programma una rotazione del ricco materiale che va apprezzato e visto con occhio attento e particolareggiato …troppi e ognuno particolare meriterebbe una scheda ad hoc.. però vi lascio solo alcune immagini per invogliarvi ad andare e vedere da vicino quello che la cartografia svela della città affascinante e come ogni città si rispetti che oscilla tra un passato importante e un futuro architettonico che ci stupirà… o inorridirà!

In programma fino al 18 maggio 2014, anche se la collezione trova nel museo il suo luogo d’elezione! Ingresso  intero 6 ridotto 4 oppure con biglietto commutativo Vicenza Città Bellissima che vi da diritto di visitare i 7 musei della città! 

Luigi Canina - La campagna romana - Roma 1856
Luigi Canina – La campagna romana – Roma 1856
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(part.)
Paul Aucler - Roma, Anno Domni 337 - Parigi 1897
Paul Aucler – Roma, Anno Domni 337 – Parigi 1897
Luigi Canina - Pianta topografica di Roma antica - Roma 1830
Luigi Canina – Pianta topografica di Roma antica – Roma 1830
Pirro Ligorio -  Anteiquae urbis imago - Roma 1561
Pirro Ligorio – Anteiquae urbis imago – Roma 1561
(part.)
(part.)
(part.)
(part.)
Rodolfo Lanciani - Forma Urbis Romae - Milano 1893/1901
Rodolfo Lanciani – Forma Urbis Romae – Milano 1893/1901
La Roma di Pasolini
La Roma di Pasolini
Orson Welles in "La Ricotta"
Orson Welles in “La Ricotta”

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Anonimo - Post 1572
Anonimo – Post 1572
Gerhard de Jode (da O. Panvinio) Post 1565 (ma ristampa dopo il 1650)
Gerhard de Jode (da O. Panvinio) Post 1565 (ma ristampa dopo il 1650)
Alò Giovannolli - Pianta di Roma antica e moderna - 1616 (ma ristampa sec. XVIII)
Alò Giovannolli – Pianta di Roma antica e moderna – 1616 (ma ristampa sec. XVIII)
Charles Cameron - The Bath of the Romans … - 1772
Charles Cameron – The Bath of the Romans … – 1772
Hermann Rheinhard - Roma Vetus - 1863 ca
Hermann Rheinhard – Roma Vetus – 1863 ca
(part.)
(part.)
Luigi Rossini - Frontespizio dell'Opera delle Porte, e delle Mura del Recinto di Roma … - 1829
Luigi Rossini – Frontespizio dell’Opera delle Porte, e delle Mura del Recinto di Roma … – 1829
Alfonso Lasor a Varea (pseudonimo di R. Savonarola) - Roma Antiqua - 1713
Alfonso Lasor a Varea (pseudonimo di R. Savonarola) – Roma Antiqua – 1713
Incisore anonimo (dal Brambilla) - Antiquae urbis perfetta et nova delineati o - 1637?
Incisore anonimo (dal Brambilla) – Antiquae urbis perfetta et nova delineati o – 1637?
George Braun ( o Bruyn), Franz Hogemberg - Antiquae urbis Roma imago accuratiss - 1588
George Braun ( o Bruyn), Franz Hogemberg – Antiquae urbis Roma imago accuratiss – 1588

Meglio essere genitori o figli?

Sono ancora solo figlia e posso solo immaginare i dubbi, le scelte e probabilmente anche le aspettative che i miei genitori hanno avuto e ora, mia madre ha per me! Privilegiata figlia unica che riuniva e riceveva l’affetto di entrambi i genitori, senza doverlo dividere con nessuno! Poi i tipici scontri generazionali e ora, rimasta con un affetto a metà solo per l’assenza di uno dei miei due amori!

Quello che però portano in scena i fratelli Dalla Via è un tema che nella ricca o meglio ex ricca provincia veneta passa da cronaca eccezionale e sorprendente a triste notizia che non stupisce, un suicidio che si aggiunge ai tanti di coloro hanno deciso di terminare così la propria esistenza! Uccidersi perché non si può più sostenere la famiglia, di rendere onore al nome che è impresso sui camion, o che si trova a lettere cubitali sulla facciata dell’azienda!

Protagonisti sono i figli che cresciuti nell’agio e nella spensieratezza ma che in realtà odiano profondamente coloro che li hanno generati, tanto da infliggergli una punizione adeguata, hanno avuto l’ardire di pensare che tutto il lusso e le comodità fossero sufficienti per vivere! Si sbagliano e anche di grosso,  quindi uccidersi a colpi di diete, mai veramente riuscite, eccessi che diventano la loro arma è la punizione migliore! I figli che rimangono sono costretti a sopravvivere, “finalmente” padroni assoluti ma anche unici eredi di una catastrofe economica e familiare, destinati a portare avanti un nome che diventa una profezia e non rischiando più di rimanere associati al nome di un’azienda in bancarotta adesso rischiano di essere visti come I FIGLI di genitori suicidi! Marchiati in una società che inghiottisce e ti cuce addosso una griffe, più che le lettere scarlatte! La stessa  società che prima riconosce e accetta i successi, mentre una volta che fallisci ti butta e ti dimentica.

Le vere vittime sono spesso le persone che  rimangono e che nella vita vere sono costrette a crescere troppo in fretta. Allora mi domando, cosa cerchiamo dai nostri genitori?  Forse lo capiamo solo da grandi o quando non li abbiamo più, protezione e non celebrazione, senso di autonomia ma con un’ancora a disposizione. Cosa vogliono da noi i genitori? I miei insieme si preoccupavano del maledetto posto fisso, che vivo come una punizione non essendoci alternative, ma naturalmente anche la salute. Da sola mia mamma pensa … alle stesse cose direi! Ma c’è chi invece pretende e auspica che l’azienda creata sia gestita dai figli, sogni legittimi del resto!

La compagnia compie una scelta bella ed impegnativa, una ditta a conduzione familiare tra sorella e fratello che hanno curato la sceneggiatura e interpretano questi figli cinici che sulla tomba dei genitori suicidi recitano una preghiera in cui i passaggi fondamentali sono ricomposti e interpretati per descrivere la loro condizione!

Lo spettacolo di sabato sera costituisce la prima regionale, per un progetto nato proprio sul palco dell’Astra quando i due  fratelli si sono presentati alle selezioni del Premio Scenario 2013, ricevendo successivamente il premio come spettacolo vincitore, in cui hanno presentato i primi 5 minuti di quello che abbiamo visto stasera. Durante il momento delle domande li conosciamo meglio: da quando e come comincia la collaborazione, parla prima Marta, raccontandoci della sua formazione a Bologna e dell’esigenza di scrivere, il suo primo lavoro Veneti Fair, e successivamente il primo progetto con il fratello Diego, Piccolo Mondo Alpino fino ad approdare a questo. La parola passa appunto a Diego che si avvicina al teatro attraverso quello di paese. Si passa quindi ad analizzare il soggetto, da come nasce l’interesse per questo argomento? Marta propone il soggetto che poi andrà sviluppato, è molto interessata ad indagare i legami di sangue, famigliari, portando sulla scena il rapporto vero con il fratello. L’altra questione che si pone è quella dell’uso di un lessico regionale, quello di Tonezza del Cimone, vicentino e quindi in questo contesto assolutamente integrato. Sulla scena viene portato perché autentico, durante le varie repliche anche al di fuori dal Veneto gli spettatori non hanno mai lamentato la mancanza di comprensione della lingua, anche perché molto depurato. L’intervistatrice pone l’attenzione sui giovani protagonisti così carichi di odio e anche sull’uso dello stereotipo, intervengono entrambi gli autori e attori, partendo  proprio dallo stereotipo sono partiti, attraverso l’osservazione anche della stessa popolazione di Tonezza che non rappresenta un limite, bensì un punto di osservazione, naturalmente anche il rapporto del pubblico è importante. Tra le molte curiosità anche la scelta del titolo che si ispira ad una frase del film di Elio Petri La proprietà non è più un furto del 1973.

Interviene anche Sergio Meggiolan de La Piccionaia, il quale sottolinea che i giovani interpreti come i Dalla Via, ma non solo, nonostante vivano in un’epoca di tecnologia, negli spettacoli invece riportano le antiche trazioni attraverso l’utilizzo degli stereotipi.

In attesa di nuovi progetti Diego Dalla Via ci legge un testo, un regalo in vista del prossimo lavoro! Il geniale testo si basa in un gioco linguistico, quasi uno scioglilingua che parte dalla lettera P! Studio e genialità sono un mix perfetto e vi sfido a provarli!

Diego e Marta Dalla Via hanno curato la regia, la sceneggiatura le scene e i costumi; Annalisa Ferlini la partitura fisica, Roberto di Fresco e il Teatro degli Orrori gli interventi musicali, assistente di produzione Veronica Schiavone.

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