Artistica e magnetica notte

colei che sogna/ha modo che si trama/ tácito e confuso → prima danza/ lénta e inconciliata,/col tempo appena orlato,/traslata dietro casa/ a foglia – di ricordo, folle/per l’ultimo racconto: colei che sogna/ scompare – dentro la collina,/ sala canti alle fratture →  si fa sponda/ insepolta del suo dire

[colei che sogna]

Silvia Comogli

 

La notte porta con sé tutto il fascino del mistero. Per alcuni è il momento in cui finalmente ci concediamo quel riposo che durante la giornata non è possibile concerderci, fermandoci a riflettere sulla giornata appena trascorsa e magari proiettandoci già nella gioranata che ci aspetta. Ma spesso la notte è anche fonte di infinita ispirazione, quando tutto ammutolisce ed arriva il momento di creare, di cercare le voci che silenzione, sono spesso dentro di noi. E penso soprattutto agli artisti, anime ricettive ai cambiamenti della luce tanto da subirne il fascino. Come del resto è successo alle tre figure di riferimento per questa mostra collettiva: Dino Campana, nel campo della scrittura, un uomo ricco di poesia ma famoso altresì per la sua vita turbolenta, poi il musicista e compositore Erik Satie che si accomuna anche agli artisti delle avanguardie storiche, ma che è passato alla storia anche per le sue bizzarrie, coma la stravagante collezione di ombrelli, di tutte le fogge e colori e alle sonorità notturne ha dedicato numerosi spartiti. James Abbott McNeil  Whistler, il quale si è caratterizzato per molti eccessi, tra cui una certa irritabilità! Ma i notturni creati sono magnetici e preziosi, immortalando una località fonte di continua ispirazione, Venezia!

Le artiste protagoniste di questa mostra hanno reso omaggio ad ognuno di loro e Ivana Cenci, ha dedicato alle artiste un momento poetico personale.

Elvezia Allari, artista vicentina presenta abiti/scultura di carta di materiali leggeri e delicati, fanciulle uscite direttamente dallo spartito di Erik Satie e dalla Penna di Dino Campana. La carta incontra la natura e gli abiti sono disseminati di foglie e petali.

L’artista campana Gabriella Crisci si è invece ispirata a James Abbott McNeill Whistler, con sculture realizzate con spille metalliche, le quali riproducono oggetti del quotidiano, ma utili per trasmettere messaggi più impegnativi. Dai Tappeti di preghiera, la People Bag ed Energheia.

Patrizia Peruffo, raffinata artigiana della carta che riesce a trasmettere le qualità materiche della carta stessa, ma al contempo il loro valore effimero. Le poesie di Dino Campana sono riproposte in una veste ancora più intima e la luce dona loro ancora più forza. La scelta cromatica è indirizzata verso le cromi e di Whistler.

Angela Simone propone invece i suoi monili affascinanti e magnetici. Troviamo ad esempio i due astri, il Sole e la Luna, che regolano la nostra giornata ma sopratutto il nostro umore. Con colori metallici che richiamano pienamente le atmosfere notturne di James Whistler. I monili sono realizzati con la tecnica del quilling e del suminagashi, i quali possiedono la loro storia e che nelle mani di Angela si rinnovano.

La serata all’interno del Caffè Ristorante Garibaldi, continua con le letture di Ivana Cenci, dedicate alle nostre artiste. Segue l’intervento dell’attore Nadir Basso che insieme con la violinista Martina Casetta hanno intrattenuto anche gli altri sensi e non solo quelli visivi.

La mostra in programma fino all’11 gennaio 2015, sarà visibile con gli orari del locale, chiuso il lunedì, potendo anche gustare qualche specialità della casa. Ricordo inoltre che tutti i pezzi in mostra sono in vendita.

Adesso vi lascio una galleria fotografica per farvi assaporare la serata ed i preparativi, quando la Basilica e le luci della Piazza ci abbagliavano con le loro luci e la loro poesia.

Cosa sarà mai successo durante l’inaugurazione…

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Chiudo con il commiato di Amelia Rosselli – A Dino Campana – Variazioni 1960 -61

Per la tua pelle olivastra per la tua mascella cadente per le tue vergine denta per il tuo pelo bruno per il tuo amore impossibile per il tuo sangue olivastro e la mascella inferiore cadente per l’amore e per il mistero per la tua voracità e per la mia per il tuo sondare impossibile abissi-per la mia mania di grandezza per il tuo irrobustire per la mia debolezza per il tuo cadere e risollevarti sempre si chiamerà chimera il breve viaggio fatto alle stelle.

Feconda notte

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