Quando si arriva al termine di una mostra un pezzettino di noi chiude con esso. E si tirano le dovute somme, di fattori positivi e negativi. Per questo ho voluto usare un proverbio che considero importante nella mia vita che originariamente dice così Sbagliando s’impara. La prima volta che l’ho detto ero un soldo di cacio nella scuola delle teste di pezza, termine “cortese” per chiamare le suore che hanno avuto l’onore di inaugurare i miei anni scolastici. Non restie ad usare punizioni, mortificata per quello che stava accadendo alla mia compagna non ho resistito a dirlo, ma non ricordo l’esito. Fatto e proverbio che mi accompagnano da allora. Nessuno di noi del resto è immune all’errore basta non continuare a perpetuarlo in maniera consapevole. Quindi perché anche l’esperienza dei laboratori creativi non può diventare un nuovo modo per conoscere, fare amicizia e confrontarsi con gli altri? Ed eccoci che come fine di una mostra un inizio per altri, che attraverso il disegno potrebbero capire meglio l’io interno!
Un po’ la vita è un grande libro, composto da pagine che narrano di noi, attraverso anche una sola parola scriviamo un breve riassunto da sviluppare nei capitoli successivi. E nella vita delle persone, grandi e piccole, che oggi hanno giocato con noi a sforbiciare, incollare, colorare, costruire etc… spero che anche nel futuro rimanga questa paginetta dedicata a noi e in particolare alle insegnanti speciali di una giornata che rimarrà per sempre con me!
Due workshop dai sapori diversi, ma entrambi da ricordare e che ho seguito da una posizione privilegiata.
Il lungo pomeriggio dell’ultimo giorno di mostra comincia alle tre del pomeriggio con una vivace tribù di bambini, ben tredici e di svariate età! Non possedendo il flauto magico ho deciso di far sbizzarrire Anna Berton, Arianna Piazza e Suvi Maaria Tirronen. Tre bravissime e pazienti insegnanti, che hanno proposto a questi cuccioli tre proposte diverse. Due ore in cui i due gruppi, un pochino squilibrati hanno provato tutte le proposte e trasformando il laboratorio in una foresta in cui carta velina, colorata, matite, colori, pennelli, gomma erano dappertutto, ma soprattutto per terra! Un momento di gioia in cui i partecipanti non hanno avuto un momento per richiedere la merenda, la mamma o altri giochi.
Il secondo gruppo con sei persone era invece destinato ad un pubblico più adulto. L’ambiente è calato in un silenzio quasi religioso, in cui le artiste e insegnanti, Greta Bastelli, Valentina Rosset ed Elisabetta Zanetti hanno lavorato insieme e creare un’atmosfera in cui alcuni dei partecipanti hanno deciso di cimentarsi con più di un mondo. Il tavolo animato dai taccuini che sono serviti da esempi e dal materiale che le insegnanti hanno portato, contribuendo a far riflettere i partecipanti anche sugli oggetti che maggiormente vedono per casa e ai quali non pensano in termini di potenzialità artistica!
Visitate anche le altre pagine per conoscere i taccuini, chi lo sa, magari li troverete anche in altri luoghi…