Quando le cose cadono sotto gli occhi…Ancangelo “Arci” Persano

Ecco finalmente riesco a mantenere i miei propositi e sono riuscita ad incontrare un artista che frequento e conosco ormai da tantissimi anni! Arcangelo “Arci” Persano. Artista del sud, come me, che ha trovato a Vicenza una sua dimensione! Ma ecco in un gelido, anche se dicono che sia stato un inverno caldo, pomeriggio di fine gennaio che pronta come una brava scolaretta, mi accingo ad andare dopo lavoro nello studio dell’artista! In contrà San Marco. E dopo tanti anni di conoscenza e di incontri nelle sempre meno numerose gallerie, pronta con la mia lista di domande! Se vi siete mai imbattuti in Persano potete immaginare che è da tenere conto del tempo per le divagazioni, piacevoli, di un uomo che ha visto e detto tanto, due ore insieme intense e piacevoli e le mie poche domande sono riuscita a farle con estrema fatica!

A quando risale l’interesse per la pittura?

La pittura è stata sempre la mia principale aspirazione, i primi schizzi sono iniziati ai tempi delle scuole, come gli scarabocchi che ancora mia moglie chiama cagnetti. La scuola non mi interessava molto, mi concentravo soprattutto quando le cose mi cadevano sotto gli occhiLa mia era famiglia borghese, mio padre ufficiale dei carabinieri e la mamma casalinga. La scuola, a causa della guerra l’ho dovuta interrompere per due anni, per poi riprenderla a 12, ma il mio shock principale è stato il passaggio dalla Dittatura alla Repubblica. L’arte che conosceva era quello delle chiese, ma io disegnavo il nudo e i miei amici mi pagavano per disegnarli anche uno schizzo ma di nudo. Oltre alla pittura anche la scrittura era la mia grande passione, tant’è che scrissi un manoscritto e lo mandai a tutte le case editrici, passati vari mesi senza ricevere alcuna risposta, mi arriva un plico dalla Rizzoli, pensai si trattasse del mio manoscritto ed infatti c’era ma con in più una lettera dell’editore che mi invitava a cambiare il finale, mi  dimenticai sempre di farlo!

Poi arriva a Vicenza? Un caso? Come entrò in contatto con gli artisti locali?

Nel 1962 arrivo a Vicenza, avevo vinto il concorso alle poste (i tempi e la mia famiglia esigevano un lavoro stabile). Una volta vinto il concorso dovevo scegliere tra alcuni posti,  Vicenza fu una scelta a caso. All’epoca avevo 28 anni e partecipavo inizialmente a inaugurazioni, mi isolavo per poi fare un’entrata d’effetto. Poi partecipai ad un concorso nei pressi di Milano e lì incontrai per caso un altro pittore di Vicenza, Luigi Pagliola. Dopo aver ricevuto entrambi un premio, consegnato da Mike Bongiorno, tornammo a Vicenza e i pittori intervenuti alla premiazione mi riconobbero. Luigi Pagliola successivamente aveva aperto una galleria d’arte in Corso Fogazzaro, di cui avevo suggerito il nome Antonio Fogazzaro, ma lo cambiò in Scorpione. Intorno ai quarant’anni ho cominciato a frequentare la Scuola Arti e Mestieri con Otello De Maria e dopo la Scuola Grafica di Venezia.

Realizza personalmente la copia fotostatica de La riunione dei pittorio disegni fuori testo, che personalmente distribuisce nelle gallerie della città e non solo. Da cosa è nata l’idea?

L’idea è nata grazie alla frequentazione delle varie gallerie che negli anni ’80, precisamente nell’85, erano in città! Nessuno si interessava alle attività di cultuali, così decisi di farlo io, con tutte le notizie sintetizzate in un unico foglio. Una volta erano più regolari, ora escono saltuariamente!

Veniamo alla sua produzione, il protagonista direi assoluto delle sue opere è il gallo, come mai l’interesse per questo animale?

Durante la visione di mostre a Vicenza e in altre città italiane, mi sono imbattuto raramente in opere con protagonista il gallo! Quindi decisi che invece di dipingere nature morte che mi sembravano di più opere da fruttivendolo, ho pensato a questo animale poco considerato. Adesso non solo mi ritrovo a non avere “concorrenti” e in città e anche fuori sono conosciuto come pittore dei galli. In totale penso di aver seminato circa 2000 galli. I quadri del resto si fanno per vendere! Ho cominciato con i galli negli anni ’70 per una mostra a Gallio. E non hanno un significato metaforico, questo lo lascio interpretare ad altri.

Per i suoi quadri utilizza spesso supporti eterogenei e non convenzionali e la tela?

La tela è a volte troppo fragile e io, che non ho la macchina ho difficoltà a procurarmene. Se faccio un rapido conto mi accorgo in tutta la mia produzione (vasta se si contano schizzi e altro) ne avrò fatte 30. E poi bisogna considerare anche l’abilità che ci vuole di fare tutto in tutte le condizioni, la voglia di studiare un nuovo materiale. 

Con Arcangelo Persano le ore passano velocemente, parlando di tutto di più di arte e della sua concezione di arte…probabilmente questo è solo la prima puntata di un discorso più lungo e più approfondito nel mondo di galli di “Arci” Persano. Chi lo sa, forse quando vedrete i suoi quadri vi soffermerete e penserete a lui in modo nuovo! Tra le tante attività svolte da Persano, voglio ricordare il suo contributo nel creare l’evento annuale (ovviamente anche questo giunto a termine per il momento!), di Trastevere in Arte, per carità è anche vero che ogni tanto le opere esposte durante l’occasione sono estremamente discutibili, ma almeno era un momento vitale che portava un pubblico più vasto a dialogare d’arte e con l’arte!

Arcangelo Persano oggi nel suo studio, alle spalle uno dei suoi ultimi  dipinti
Arcangelo Persano oggi nel suo studio, alle spalle uno dei suoi ultimi dipinti

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